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Il 10 gennaio 2020, i Ministri designati Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi hanno prestato giuramento al Quirinale, nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dal 10 gennaio, la Sottosegretaria Azzolina e il Professor Manfredi - Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) - assumono ufficialmente la funzioni, rispettivamente, di Ministra dell’Istruzione e di Ministro dell’Università e della Ricerca.

Circa il 60% degli studenti provenienti dagli Istituti professionali italiani risulta occupato nei due anni successivi al conseguimento del titolo di studio. È quanto emerge dalle anticipazioni dei dati sull’inserimento dei diplomati nel mondo del lavoro, relativamente agli anni scolastici 2013/2014, 2014/2015 e 2015/2016. Anticipazioni che riguardano 1.317.700 diplomati negli anni in questione.

Occupabilità dei diplomati
Sul totale dei diplomati per ogni anno scolastico, circa il 37% ha attivato almeno un contratto di lavoro nei due anni successivi al conseguimento del diploma. Osservando i diplomati per percorso di studi, circa il 60% degli studenti di indirizzi Professionali ha attivato un contratto, a fronte di circa il 50% dei diplomati degli indirizzi Tecnici e di circa il 22% dei diplomati nei Licei.
Il tipo di contratto maggiormente utilizzato è quello a tempo determinato: 48,9% nel 2013/2014; 49,6% nel 2014/2015; 49,4% nel 2015/2016. Prevale largamente il settore occupazionale dei Servizi (75,4% nel 2013/2014; 76,2% nel 2014/2015; 76% nel 2015/2016), seguito da Industria (19,3%; 18,6%; 19,2%) e Agricoltura (5,3%; 5,2%; 4,8%).

Primo contratto
Il 28,8% dei diplomati nei tre anni scolastici ha ottenuto il primo contratto entro una fascia di tempo da tre a sei mesi dal conseguimento del titolo di studio; il 12,4% ha trovato un posto in meno di un mese; il 14,5% ha atteso più di un anno. Tra i primi contratti si conferma la prevalenza di quelli a tempo determinato: 41,2% nel 2013/2014; 41% nel 2014/2015; 42,7% nel 2015/2016.

Undici gruppi di lavoro su altrettanti temi prioritari, dall’orientamento alle soft skills, passando per l’inclusione scolastica e la prevenzione del bullismo, con esperti di alto livello coinvolti per migliorare il funzionamento del sistema di istruzione italiano. Sono i tavoli voluti dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, che oggi ha incontrato a Roma, insieme al Sottosegretario Salvatore Giuliano, i coordinatori di quelli che dovranno configurarsi come veri e propri “laboratori di innovazione” al “servizio della scuola”.

Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento; inclusione scolastica; attività sportive scolastiche; valutazione del sistema scolastico; primo ciclo e zero/sei; cultura umanistica; Istituti tecnici e professionali; soft skills ed educazione civica; quadriennali e scuole innovative; équipe territoriali; bullismo e prevenzione. Questi i temi che verranno trattati. I Gruppi istituiti dal Ministro lavoreranno in raccordo anche con l’Ufficio legislativo del MIUR. “Saranno gruppi operativi, composti da professionisti con competenze molto specifiche - spiega Bussetti - che svolgeranno la propria attività a titolo gratuito e agiranno, rispetto ai temi assegnati, con un approccio pragmatico. Dopo una fase di analisi e approfondimento, presenteranno proposte di carattere amministrativo o normativo che intendiamo prendere in considerazione per migliorare il nostro sistema di istruzione, innalzare la qualità dell’offerta per gli studenti, introdurre nuove metodologie e innovazioni didattiche”.

“Partiamo subito - prosegue il Ministro - per avere già i primi risultati entro aprile 2019. Vogliamo tempi snelli per introdurre i primi cambiamenti necessari già da questo anno scolastico. La scuola ha bisogno di azioni ragionate e strategiche, definite da persone qualificate, e di concretezza. È così che si governa: guardando alle reali priorità e lavorando da subito per dare risposte. Non vogliamo stravolgere ciò che esiste, ma agire con interventi precisi. Vogliamo essere pratici e lavorare con un metodo agile. Stiamo agendo, passando dalle parole ai fatti, con i tempi giusti, cioè con azioni che consentono il giusto tempo di analisi”, chiude Bussetti.

Scuola, 50 milioni di euro per palestre e strutture sportive. Bussetti: “Ridiamo centralità allo sport”. In arrivo risorse fresche per la costruzione di nuove palestre e strutture scolastiche sportive e per la messa in sicurezza di quelle esistenti. Sono 50, infatti, i milioni messi a disposizione dall’avviso pubblico diffuso oggi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito della programmazione triennale nazionale per l’edilizia 2018-2020.

“Si tratta di un primo investimento concreto – sottolinea il Ministro Marco Bussetti - per rilanciare lo sport a scuola. È importante porre l’accento sull’aspetto educativo che lo sport ha nel formare i giovani sul piano sia individuale che collettivo. Attraverso l’attività sportiva i ragazzi imparano la disciplina, il rispetto delle regole e dell’autorità, il senso di responsabilità, la capacità di fare squadra, il controllo del proprio corpo. Tutti elementi utili alla loro formazione. Costruire nuove palestre e mettere in sicurezza quelle esistenti - prosegue il Ministro - significa anche consentire alle scuole di offrire ai ragazzi spazi fruibili al di fuori dall’orario scolastico, un modo per contrastare la dispersione scolastica e, al contempo, favorire la diffusione della pratica sportiva tra i giovani”.

L’elevato tasso di dispersione scolastica e l’assenza di strutture sportive saranno, non a caso, due dei criteri attraverso i quali saranno selezionati i progetti da finanziare. Questo primo investimento e l’avvio dei progetti finanziati consentiranno anche di far partire un’importante sinergia con l’Istituto di credito sportivo, al quale gli enti locali interessati potranno ricorrere per ottenere ulteriori finanziamenti e anticipazioni a tasso zero per le progettazioni di palestre e strutture scolastiche sportive.

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